Il comma 493 della legge di bilancio per il 2024 prevede, tra le altre, che da quest’anno la copertura dei costi del servizio rifiuti potrà essere garantita anche mediante le somme incassate a titolo di imposta di soggiorno.
La norma potrà essere di ausilio ai Comuni, in particolare a quelli ad elevata presenza turistica, per calmierare i rincari della Tari.
La nuova norma introdotta con il comma 493 estende il vincolo di destinazione del gettito dell’imposta di soggiorno al finanziamento dei «costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento rifiuti»: fino ad oggi tale gettito poteva essere destinato esclusivamente ad interventi in materia di turismo, beni culturali ed ambientali, relativi servizi pubblici locali.
La disposizione introdotta riconosce che la presenza di turisti comporta un incremento quantitativo dei rifiuti prodotti e conseguentemente dei costi per la raccolta e lo spazzamento.
Le amministrazioni comunali potranno adesso decidere di destinare una quota del gettito dell’imposta di soggiorno alla riduzione dei costi risultanti dal Pef e quindi al contenimento delle tariffe della TARI.
Allo stato attuale non è ancora stato definito se la riduzione dei costi debba essere operata con una specifica voce da inserire nel tool di calcolo per la formazione del piano finanziario, oppure con un abbattimento successivo del costo come risultante dallo stesso piano.
Nessun effetto si produce invece per tutti quegli enti locali che hanno deciso di non istituire l’imposta di soggiorno o che, per disposizione di legge, non sono abilitati alla sua applicazione.