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Le Anci regionali riunite ad Ancona: l'intervento di Anci Liguria

 

Il Direttore di Anci Liguria Pierluigi Vinai è intervenuto, ad Ancona, nel corso della riunione del Coordinamento nazionale dei Presidenti e Direttori delle Anci regionali, presieduta da Anci Marche.

Oggetto dell'intervento: l'attuazione dei progetti ministeriali a livello nazionale

Entro giugno 2026 i Comuni italiani devono terminare i progetti dei bandi Pnrr che implicano investimenti in vari settori:

  • attrattività dei borghi (820 mln);
  • realizzazione di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti (1,5 mld);
  • sviluppo del trasporto rapido di massa (3,6 mld);
  • riqualificazione degli edifici scolastici (800 mln);
  • efficientamento energetico e la valorizzazione del territorio (6 mld);
  • piano per gli asili nido (4,6 mld);
  • piano per l’estensione delle mense e del tempo pieno (circa 1 mld);
  • rigenerazione urbana (3,3 mld);
  • social housing (2,8 mld) e molti altri interventi di minore importo;
  • PA digitale (2.9 mld).

Gli enti locali devono realizzare concretamente i progetti, confortandosi con la realtà locale, assumendosi responsabilità sulla gestione degli stessi, sulla base di specifici criteri e modalità stabilite nei provvedimenti di assegnazione delle risorse e sono responsabili anche del raggiungimento dei risultati.

La carenza di progettisti, imprese, personale qualificato, l’impreparazione dei dipendenti a gestire questa mole di lavoro sono le maggiori difficoltà lamentate dalle Amministrazioni che aggravano questa particolare situazione.

Devono confrontarsi costantemente con le Amministrazioni centrali (Ministeri) che spesso non rispondono alle richieste dei Comuni, comunicando con gli stessi solo attraverso delle semplici lettere, a volte anche di difficile comprensione.

Inoltre, ma non ultime per importanza, le difficoltà economiche riscontrate dalla maggior parte dei Comuni che non sono in grado di anticipare con risorse proprie le spese per avviare i progetti, perché in alcuni casi l’anticipazione del 10% prevista nei disciplinari è insufficiente.

RELAZIONE CORTE DEI CONTI SULLO STATO DI ATTUAZIONE DEL PNRR - marzo 2023

Una rincorsa affannosa in cui non si può più sbagliare un passo, perché i ritardi accumulati sono tali da mettere a rischio la realizzazione effettiva degli investimenti: lo ha ricordato la Corte dei Conti nella relazione di marzo sullo stato di attuazione del Pnrr, dove evidenzia come, a oggi, sia stato speso solo il 6% dei fondi ed è in ritardo la metà delle misure.

I progetti dei Comuni:

Missione 1 - Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo: 43.317 progetti, 9,35 miliardi;
Missione 2 - Rivoluzione verde e transizione ecologica: 43.953 progetti, 21,07 miliardi;
Missione 3 - Infrastrutture per una mobilità sostenibile: 8 progetti, 123 milioni;
Missione 4 - Istruzione e ricerca: 9.304 progetti, 11,2 miliardi;
Missione 5 - Coesione e inclusione: 13.062 progetti, 18,68 miliardi;
Missione 6 - Salute: 29 progetti, 15 milioni.

In totale 13.062 per 60,46 miliardi di investimenti in 7.903 Comuni (il 48,2% delle risorse destinate al Sud).

I miliardi spesi sono 10 su 168, fermandosi quindi al 6% del totale.
Nella Missione 6 (Salute), la spesa è praticamente assente (79 milioni su 15.626, quindi lo 0,5%), nella Missione 5 (Inclusione e coesione) si arriva a 239 milioni (l’1,2% dei 19,851 miliardi di budget) mentre sulla Missione 4 (Istruzione e ricerca) si arranca fino al 4,1%(1,273 miliardi spesi su 30,876).
In controtendenza solo la Missione 3 (Infrastrutture per la mobilità sostenibile), che scatta al 16,4% grazie agli appalti delle ferrovie.
Tolta questa eccezione, il panorama registra un ritardo endemico e la Corte sottolinea nella relazione che “oltre la metà delle misure interessate dai flussi mostra ritardi o è ancora in una fase sostanzialmente iniziale dei progetti”.
Nel capitolo dei cosiddetti interventi “in essere”, cioè quelli già decisi a livello nazionale prima del Pnrr e poi transitati in tutto o in parte sotto il cappello dei finanziamenti europei, viaggia “particolarmente a rilento l'avanzamento dei pagamenti nelle missioni legate alle politiche agricole, all’istruzione scolastica e agli interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l'efficienza energetica dei Comuni”.
I numeri parlano chiaro, e sono efficaci nello spiegare l’allarme lanciato dal Ministro per il Pnrr Raffaele Fitto per motivare l’esigenza di rivedere il programma iniziale.

IL PRESIDENTE MATTARELLA ALLE CAMERE DI COMMERCIO (24 marzo)

A dar man forte alla questione è il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, citando De Gasperi sul piano di investimenti in ritardo, ha affermato che “Sul piano di riforme concordato in Europa è il momento di mettersi alla stanga”.

I ritardi nell’attuazione del Pnrr stanno mettendo in serio pericolo le prossime rate del finanziamento Ue. Sono in ballo 19 miliardi della terza tranche e 16 miliardi della quarta che, continuando a passo di lumaca, l’Italia non riuscirà a incassare con conseguenze di vaste proporzioni.

Mattarella ha anche ricordato l’esistenza di una questione meridionale irrisolta: oltre alle note diseguaglianze sociali, infatti, vi è una differenza fondamentale tra Nord e Sud. “Il progresso dovrà riguardare in futuro tutto il Paese, senza trascurare le aree interne con il loro potenziale sottosviluppato di crescita”, ha detto.

IL PRESIDENTE ANCI DECARO: LA CARENZA DI PERSONALE

Anche il Presidente dell'Anci Antonio Decaro ha recentemente ricordato che i Comuni il loro lavoro lo stanno facendo, il problema sono le autorizzazioni, che sono state sì semplificate, ma che restano tutte. E poi mancano i tecnici: se i contratti scadono nel 2026, sono poche le persone interessate a lavorare negli enti locali, a fronte di stipendi bassi e contratti a termine.
L’anno scorso si è chiuso per la RGS con un’altra mini-perdita di dipendenti: assunti 2.500 tecnici a tempo determinato sui 15mila attesi.

A LIVELLO LOCALE

Da dicembre 2022 è attiva una task force Anci Liguria-Prefetture del Nord Ovest- Direzioni centrale e territoriale (Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta) del MEF-RGS, per supportare i Comuni, facilitando la comunicazione e la risoluzione dei problemi tra le Amministrazioni centrali (Ministeri) e gli enti locali.
Un’iniziativa significativa, che vede lo Stato al fianco degli amministratori territoriali nel contrastare le problematiche che impediscono l’attuazione sul territorio dei progetti Pnrr.
Un esempio di operatività che potrà essere mutuato in tutta Italia con lo stesso meccanismo, per cercare di non perdere nessuno stanziamento.

Fondamentale, per la buona riuscita dei progetti, ha sottolineato infine Vinai, anche il rapporto delle Anci con le Regioni: in Liguria, ad esempio, è stata siglata una convenzione di cooperazione per l'attuazione del PNRR, messa per iscritto nella legge regionale n. 16 del 28 dicembre 2022 (vedi notizia).

 

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