Anci Liguria esprime profonda preoccupazione per i criteri di "montanità" e pendenza in bozza, predisposti dalla Commissione d'esperti, che verranno applicati in seguito all'entrata in vigore della Legge 12 settembre 2025 n. 131, "Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane".
Secondo una prima simulazione effettuata sul territorio ligure, l'applicazione asettica e acritica dei nuovi criteri porterebbe a risultati paradossali e a una drastica riduzione del numero di Comuni considerati montani che, in Liguria, passerebbero dagli attuali 167 a circa 66-75.
Verrebbero riconosciuti soltanto i Comuni più "alti" di alcune aree specifiche (Alta Valle Argentina, Valle Arroscia, Alta Bormida, Val Trebbia, Val d'Aveto e Alta Val di Vara), escludendo gran parte dei territori di transizione, di fondovalle, ma anche di media e alta valle. Tra questi, in particolare, l'entroterra savonese, la Valle Stura, la Val Fontanabuona, la media e bassa Valle Scrivia, parte della Val di Vara, l'alta val Merula, l'alta valle Lerrone e la media, oltre a parte dell'alta valle Impero.
L'applicazione di tali criteri snaturerebbe l'essenza stessa della Liguria, un territorio unico in Italia con la presenza di Alpi e Appennini oltre al mare, trasformando la sua configurazione, oggettivamente e prevalentemente montana, in una realtà limitata alle sole aree di crinale.
La perdita della classificazione di "montanità", timbrata ex lege, comprometterebbe gravemente il recupero di resilienza e ritornanza per i territori di valle intermedi, già in forte sofferenza soprattutto per quanto riguarda i servizi. Questi territori, peraltro, sono stati in gran parte riconosciuti come marginali ai fini della SNAI (Strategia Nazionale Aree Interne).
Anci Liguria ritiene che la classificazione sia strategica non solo per il riparto del Fondo montagna, ma per l'applicazione di tutti gli incentivi e le opportunità previsti dalla Legge 131/2025 e dai decreti attuativi in corso.
L'Associazione, in una lettera a firma del Presidente Pierluigi Peracchini e dei Coordinatori della Commissione Montagna e della Consulta Piccoli Comuni, Daniele Galliano e Fabio Natta, inviata al Ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, al Presidente Anci Nazionale Gaetano Manfredi, al Presidente della Regione Liguria Marco Bucci e ad altri vertici istituzionali, auspica che in questa fase delicata vengano urgentemente chiariti gli aspetti centrali e che si evitino criteri asettici che penalizzerebbero la regione.
Anci Liguria chiede che il criticato paradigma venga rivisto e sostituito con "criteri ermeneutici dei territori aventi maggiore oggettività, e ispirati da una visione non parcellizzata ma d'insieme", mantenendo coerenza e armonia anche a livello nazionale. La legge, attesa da anni, rischia altrimenti di creare nuove disuguaglianze invece di ridurle, frustrando il suo nobile scopo.